1. Bentornati tre punti
E ovviamente non mi sto riferendo alla rubrica del sottoscritto, bensì alla vittoria, che arriva dopo tre sconfitte consecutive in campionato e una dimenticabile, svogliata prestazione in terra serba. Una vittoria importante per tornare a far smuovere la classifica, per andare più sereni alla pausa delle nazionali, per porre un freno a un mese vissuto in balìa di vecchi problemi. Non a caso, una vittoria nel segno di Bonaventura e Gonzalez, i soliti primi della fila quando c’è da timbrare il cartellino, quelli che più di altri sbrogliano le nostre matasse ingarbugliate.
Vittoria importante perché all’insegna della guerra di nervi, dove la Fiorentina come a Udine dimostra di saper soffrire e di sapersi mettere elmo e corazza per portarsi a casa la partita, con il Bologna che conferma tutte le sue qualità tecniche e tattiche mostrate in questo avvio di stagione. Bravo e fortunato Italiano a prendere contromisure all’intervallo (Ikoné entra e subito si rimedia il rigore), ma soprattutto a leggere la gara nella ripresa in maniera conservativa, per minimizzare i rischi a una linea difensiva vistosamente traballante nel primo tempo.
2. L’eterno enigma del centravanti
Ritogliamoci il dente anche a questo giro. Assente Beltran per infortunio, ieri è di nuovo toccato a Nzola partire titolare. Altri 45 minuti quasi afasici dell’ex-Spezia, che nella ripresa ha lasciato il posto di 9 a Kouamé, anche lui mai realmente pericoloso ma quantomeno portato (e disposto) a giocarsi una partita di guerriglia e fatica a difesa del 2-1.
Al di là dei limiti tecnici che è possibile riscontrare in Nzola, nonché delle difficoltà che la Fiorentina può mostrare in fase di rifinitura, è chiaro ormai come l’angolano sia nel pieno di una spirale negativa psicofisica, dalla quale è anche complicato pensare di uscire dall’oggi al domani. A dirla tutta, se si va a vedere nel gol di Bonaventura Nzola c’è, con due buone giocate a muro che vengono convertite in rete da Jack. Ma pur con tutto il bene sarebbe comico tentare di salvare la sua prestazione parlando di assist, visto quanto è alto il coefficiente di difficoltà del tiro di Jack (per SofaScore, 0.09 xG e 0.53 xGoT. Traducendo: un capolavoro, considerando orientamento del corpo e uomo davanti). Tant’è che Italiano lo ha frullato fuori all’intervallo senza troppi complimenti.
In certa misura, la situazione di Nzola può ricordare il complicatissimo acclimatamento di Cabral, che nella sostanza nel suo anno e mezzo a Firenze ha passato 12 mesi a capire come funzionavano le cose e i restanti quattro a dar un contributo alla causa. Per il brasiliano la “scusante” (tra molte virgolette) era di esser un giocatore per caratteristiche veramente poco indicato ai concetti di gioco della Fiorentina, e il suo risveglio a partire da febbraio è stato frutto soprattutto di un suo contingente step tecnico in avanti.
Ma Nzola - tenendo sempre conto che si sta parlando di Nzola, non di Benzema - per struttura e stile di gioco non avrebbe un problema di caratteristiche, tant’è che il ruolo lo interpreta come serve alla squadra. La questione evidente è che il suo contributo “attivo” è quasi nullo, non solo in termini di gol fatti, ma anche di occasioni create, costruite e difese. Difficile credere che non possa fare meglio di così, che sia davvero un attaccante che non la prende mai; ma considerando il suo storico difficile anche pensare che possa essere tanto meglio di così.
3. La difesa, la fase, le barricate
Ogni tanto si sente parlare di difesa a tre, di fase difensiva trascurata, di assenze e terzini inesperti o messi sul lato sbagliato. Tutte cose su cui si può serenamente discutere. Tutte cose che però non possono prescindere dall’elefante nella cristalleria: i centrali di difesa della Fiorentina non sono dei giocatori di livello assoluto, e la gara con il Bologna lo ha ribadito. Hanno tutti e tre (Mina e Comuzzo non li conto ad oggi, perché non si sono quasi mai visti) caratteristiche simili e difetti simili.
Sono di base tre centrali molto aggressivi e ruvidi, che si esaltano su anticipi e duelli. Quarta ha preziose risorse in impostazione nonché in proiezione in avanti con e senza palla, Milenkovic oltre ad essere il difensore più strutturato fisicamente è il più completo tecnicamente e portato ad assumere la guida del reparto, Ranieri pur meno dotato in skill è un ragazzo che spicca per concentrazione e tenuta nervosa.
Per il resto sono giocatori (Milenkovic e Quarta in particolare) che sono da anni a Firenze, e hanno sempre sofferto di gravi carenze nella difesa posizionale. Faticano a tenere le giuste distanze di reparto, faticano a combinarsi in coppia (“io copro tu anticipa”), faticano nelle letture di gioco e nel tenere i riferimenti in quelle situazioni dove sono girati verso la propria porta. Il tutto condito da momentanee amnesie che a turno colpiscono tutti.
Big Data alla mano, il Bologna ha creato più di noi e avrebbe meritato il pari, almeno sotto l’aspetto statistico. Ha trovato un Terracciano reattivo alla bisogna, e soprattutto i suoi attaccanti hanno sbagliato molto in fase di finalizzazione. Tutto questo nonostante la Fiorentina, dopo il vantaggio, si fosse predisposta a fare una gara in trincea, riducendo il proprio raggio d’azione e cercando di non concedere agevoli 1vs1 in nessuna zona del campo.
Qui, tornando al discorso iniziale, sta il punto: se in questi tre anni la Fiorentina di Italiano ha fatto uno step in avanti, lo ha fatto giocando propositiva. Un atteggiamento in partenza più prudente e compassato non solo non aiuterebbe i difensori a mostrare le loro migliori qualità (ovvero difendere in avanti), ma comporterebbe sacrificare questo approccio. Senza oltretutto un’effettiva contropartita: a differenza della Juve contro di noi, anche sulle barricate siamo stati ben lungi dal tenere la nostra porta al sicuro, pur evitando gli svarioni del primo tempo.
(il sarcasmo della Fiesole, foto di @rainbowviola)
“I tre punti del lunedì” sono una rubrica della newsletter di SpaceViola, a cura di Federico Castiglioni. Se ti ha convinto o se invece hai delle rimostranze rispetto a quanto hai letto, puoi seguirlo o contattarlo qui. Oppure qui.